La alborella è un pesce che presenta molte analogie con la alice marina, può raggiungere circa 20 cm di lunghezza il suo corpo è appiattito con il ventre argenteo che brilla nelle sue evoluzioni, ha il dorso di un verde cupo ed una fragilità sia delle squame che della bocca. Risulta essere molto apprezzata in cucina per le sue carni delicate ed un ottimo apporto di proteine Omega 3.
Comunque l’alborella non è sicuramente un pesce facile da pescare e spesso la sua cattura diventa spettacolare per i movimenti che l’esperto pescatore deve coordinare in tempi molto rapidi e susseguenti, che si apprendono dopo molta esperienza nella sua pesca. Un elemento importante per la pesca alla alborella è sicuramente la preparazione della pastura che deve essere di grana finissima che in acqua si deve disperdere in pulviscolo che attira un branco di alborelle.
A questo punto il mangime a pulviscolo è un trucco, perché non soddisfa la fame del branco, ma anzi lo stuzzica a cercare un mangime più consistente come l’esca sotto la canna e quindi un bravo pescatore è capace di approfittare della convulsione nella ricerca e catturarne a centinaia, stando attento a ferrarle dolcemente, perché uno strappo violento può produrre la lacerazione della bocca e la conseguente perdita di esso.
Un altro stratagemma consiste nel buttare una pallina di pastura arrotolata e di seguito calare subito la lenza con un galleggiante sottile seguito da una fila di pallini di piombo a breve distanza, con l’amo ricoperto con un bigattino a nasconderlo. Per questo tipo di pesca si possono usare varie canne contemporaneamente, tenendole sott’occhio. La vorticosa voracità del branco permette ad alcune di esse di abboccare l’esca.
Non si riesce neanche a guardarle tutte che incominciano ad inclinarsi una dopo l’altra per i pesci che abboccano. Ora bisogna essere veloci nello slamarle, ma non è difficile data la piccola dimensione dell’amo e poi subito ripetere di nuovo l’operazione. La velocità nel liberare gli ami è la condizione essenziale per continuare proficuamente la pesca, ma si acquisisce con la pratica e con la continua esperienza.
Appena si nota la sparizione della noce di pastura, ributtarne subito un’altra che ricreerà nuovamente la fibrillazione del branco, e fino a quando si avrà la voglia di pescare si tireranno su alborelle guizzanti con grande soddisfazione di chi pesca. Recentemente sono state istituite dalle amministrazioni locali, alcune regolamentazioni restrittive per questo modo di pescare, a protezione di questo tipo di fauna ittica che comincia a depauperarsi per il grande scempio fatto in questi ultimi tempi.